Per rispondere a questa domanda ci siamo opportunamente confrontati con i numerosi pareri di tanti camperisti esperti. Diciamo subito che la risposta, quasi unanime, è assolutamente si!
Personalmente faccio parte (ancora) di quel esiguo numero di persone che, per timore di perdite del circuito del riscaldamento o per possibili anomalie, tenderebbe a consigliare lo spegnimento del riscaldamento durante le ore notturne.
C’è da dire però che, per dare una risposta razionale alla domanda se è opportuno o meno mantenere il riscaldamento acceso durante la notte in camper, la risposta è: dipende dalle temperature esterne.
La stufa accesa in montagna durante la notte
Mantenere la stufa al minimo quando le temperature esterne si abbassano sotto lo zero non è solo un consiglio condiviso a gran voce dal popolo dei camperisti, ma direi un imperativo per evitare il congelamento dei liquidi e problematiche ai tubi.
Il condotto del riscaldamento infatti con il passaggio dell’aria calda evita la formazione di ghiaccio all’interno dei tubi, preservandoli da eventuali danni. Analoga cosa accade per il boiler e l’acqua contenuta al suo interno: la presenza di una valvola di controllo permette in molti casi lo svuotamento automatico dell’acqua presente al suo interno, quando la temperatura si abbassa al di sotto dei 3 gradi. Chiaro che questa situazione, seppure preserva il boiler da eventuali problemi, rappresenta un grandissimo spreco di acqua, risorsa molto preziosa in camper!
Rispetto alla paure delle fughe di gas – preoccupazione affatto eccessiva se consideriamo che durante la notte non ci accorgeremmo di alcuna differenza nell’aria che respiriamo – la presenza di una sonda che rileva le fughe di gas dovrebbe tenerci al sicuro da questo rischio. Molti consigliano inoltre di lasciare qualche spiffero di apertura dagli oblo anche se – va detto – nella maggior parte dei casi, gli spifferi “naturali” all’interno di un camper sono una realtà che tentiamo spesso di contrastare.
Rilevatore di gas
Certamente la presenza del gas per l’alimentazione della cucina, del frigorifero, del riscaldamento acqua e della stufa in camper ci rende un tantino vulnerabili e forse rappresenta il principale pericolo, dettato anche dal fatto che l’ambiente è decisamente piccolo e la rapidità di diffusione decisamente elevata.
Ecco perché installare, se non presente, un buon rilevatore di gas è un’operazione semplice, economica ma assolutamente necessaria. Al giorno d’oggi esistono diverse opzioni per tenere sotto controllo i gas nemici dell’uomo, anche in camper:
- Il monossido di carbonio è il più subdolo dei pericoli. Estremamente velenoso, si forma dalla cattiva o incompleta combustione di composti organici a causa della carenza di ossigeno. Le stufette non perfettamente funzionanti senza adeguato ricambio d’aria, in un ambiente piccolo come un camper, potrebbero rappresentare un serio pericolo.
- Altro pericolo arriva dal GPL (Gas di Petrolio Liquefatti), ovvero il comune gas delle bombole, una miscela di idrocarburi, i cui principali componenti sono propano e butano. Parleremo delle differenze tra gas propano e butano in un articolo dedicato, dicendo già da subito che, assieme alla stragrande maggioranza dei camperisti, suggeriamo l’utilizzo di bombole a gas propano e vi daremo tutti i dettagli del caso. È il gas che utilizziamo per cucinare o scaldarci, ma anche per far funzionare il frigo; non è tossico ma è comunque pericoloso e molto esplosivo, nel momento in cui satura un ambiente chiuso, con conseguente carenza di ossigeno nell’aria. E’ oltre tutto molto infiammabile e pertanto qualunque sua fuga può rappresentare un serio pericolo. Allo stato puro, si presenta inodore e incolore ma proprio per questo viene reso “riconoscibile” con aggiunta di sostanze (compresi alcuni additivi che ne rendono la colorazione giallastra) proprio per limitarne i rischi.
- Altro gas a cui prestare attenzione è l’Etere, composto chimico volatile e soporifero, usato dai malviventi per addormentare le vittime. Assieme ad gli altri gas soporiferi comunemente usati, troviamo anche il cloroformio, l’etano, il butano e il tricloroetilene.
Funzionamento e posizionamento dei rilevatori di gas
Grazie alla presenza di elementi ben strutturati, efficienti e omologati, i camper hanno già in dotazione sistemi di sicurezza che li rendono meno esposti ai rischi delle fughe di gas. In ogni caso, uno strumento supplementare a cui si può ricorrere è proprio il rilevatore di gas all’interno del nostro veicolo, in grado di rilevare concentrazioni di sostanze tossiche già al di sotto della soglia di pericolo, intervenendo con allarmi sonori e luminosi.
Oggi sul mercato ci sono diversi prodotti specifici per un tipo di gas o generici, anche piuttosto evoluti che possono interagire con altri sistemi, come per esempio quello che regola la ventilazione. Sebbene i tre gas descritti abbiano comportamenti differenti nel dissolversi nell’aria, si può tranquillamente ricorrere ad un unico apparecchio, che va preferibilmente posizionato a una altezza media e in posizione centrale all’interno della cellula abitativa del nostro camper.
In questo caso, il dispositivo dovrà avere l’indicazione di Trio-Gas con tre sonde di rilevamento, una per ciascuna tipologia di sostanza. E’ un prodotto molto affidabile, sensibilissimo e con un’ottima capacità di risposta, dotato di microprocessore che fornisce una diagnosi di tutti i componenti. Si consiglia di leggere attentamente le indicazioni per il suo ideale posizionamento, però qui vogliamo suggerire che, se installato tra i 20 ed i 50 cm dal pavimento, si attiverà maggiormente per fughe da gas GPL e dal gas soporifero, mentre fra i 120 e i 170 cm la protezione maggiore sarà dal monossido di carbonio, unitamente sempre al gas narcotizzante.
E’ importante considerare che questi strumenti andrebbero revisionati e idealmente sostituiti dopo al massimo 5-6 anni, anche in base alla marca e alla tipologia. Inoltre si raccomanda di non posizionarli mai vicino a prese d’aria, uscite degli impianti di condizionamento o riscaldamento.
Detto questo quindi, tornando alla nostra domanda iniziale, consigliamo di mantenere accesa la stufa durante la notte quando le condizioni climatiche comportino un abbassamento delle temperature, al di sotto dei 2-3 gradi centigradi. Seguendo i consigli sopra descritti riduciamo al minimo i rischi e ci godiamo il comfort di un ambiente riscaldato e accogliente come la nostra adorata casetta mobile ci regala. Unico vero punto di attenzione resta la durata delle bombole a gas che, se utilizzate per alimentare le nostre stufe, sono sicuramente soggette a consumo più rapido. Per conoscere le tipologie di riscaldamento più utilizzate in camper e valutare altre opzioni possibili, vi invitiamo alla lettura dell’articolo: Riscaldamento in camper: i sistemi più adottati.